Per chi, come me, si occupa professionalmente di europrogettazione e bandi europei, risulta evidente che uno dei temi che dominerà la politica imprenditoriale del prossimo decennio è quello ambientale.
In questo articolo spiego perchè.
Quanto ancora può sopportare il pianeta?
Quali sono i limiti del pianeta Terra?
Trovare la risposta a questa domanda è l’obiettivo di numerosi studi di diversi enti di ricerca, che nell’ultimo decennio hanno monitorato con regolarità il modo con cui la Terra è riuscita ad adattarsi alle varie tipologie di inquinamento e consumo di risorse operate dall’umanità.
Uno dei più importanti tra questi è lo studio iniziato nel 2009 e portato avanti da un team di scienziati guidato da Johan Rockström, direttore esecutivo del Stockholm Resilience Center dell’Università di Stoccolma.
È emerso così il concetto di “planetary boundaries”, o limiti del pianeta: alla base di questa idea c’è l’individuazione di uno “spazio operativo sicuro”, in cui l’umanità possa continuare a crescere senza compromettere il futuro dell’ambiente in cui vive, né il proprio benessere sociale.
Politica ed economia: sistemi collegati
Lo studio di Johan Rockström ha aperto la strada a numerosi approfondimenti, che hanno reso evidente come l’individuazione di “confini planetari” sia solo il primo passo e come la soluzione vada ricercata tramite scelte politiche e sociali condivise.
Durante l’ultimo summit delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, le discussioni sono state dominate proprio da questo tema. Ma nonostante il riscontro ottenuto, si tratta di un’idea ancora in fase embrionale, che necessita di essere tradotta in azioni organiche e corali, di respiro planetario.
Il Green Deal europeo è una di queste azioni.
Una strategia di crescita sostenibile
L’European Green Deal è una strategia di crescita sostenibile per l’economia dell’Unione Europea: è strutturata come un vero e proprio piano d’azione mirato a sviluppare un modello economico moderno, che tenga conto delle necessità ecologiche e sociali del pianeta.
I risultati da raggiungere sono chiari e definiti:
- eliminare le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050;
- promuovere un uso efficiente delle risorse, secondo i principi di un’economia pulita e circolare;
- ripristinare la biodiversità e ridurre l’inquinamento;
- rendere la transizione equa e univoca per tutti.
Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, è necessario abbandonare i vecchi modelli economici e progettarne uno nuovo, partendo dalle fondamenta. In questo senso, l’European Green Deal si rifà alla teoria economica della ciambella.
Prospettive e soluzioni per il futuro
In base ai modelli tradizionali, l’obiettivo di un’economia è crescere, sempre e comunque. E così è stato negli ultimi due secoli, ma questi modelli non tengono conto di aspetti fondamentali della società, come degrado ambientale, disparità sociale, povertà.
Nel 2011, Kate Raworth, docente di economia alle Università di Oxford e Cambridge, ha cominciato a formulare un modello alternativo. Ne è nato il concetto di “Doughnut Economics”, o economia della ciambella: per favorire un’economia in cui l’uomo possa prosperare, è fondamentale abbracciare una visione in cui a ogni abitante del pianeta è consentito di vivere con dignità, nel rispetto delle risorse disponibili.

Il Green Deal include un piano di investimenti e strumenti di finanziamento, allo scopo di fornire sostegno finanziario e assistenza tecnica a tutti gli enti più colpiti dal passaggio a un’economia sostenibile: parliamo del del cosiddetto meccanismo per una transizione giusta, un piano di finanziamenti di 100 miliardi di euro per il periodo 2021-2027.
L’European Green Deal è un’operazione di portata continentale, che avrà importanti conseguenze per il tessuto imprenditoriale europeo e aprirà interessanti opportunità per molte aziende. E il mio consiglio agli imprenditori di tali aziende è molto semplice: cominciate subito a informarvi e scoprite come sfruttare queste opportunità!
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Sara Canella
EU Funding, Innovation & Marketing
Sono una consulente freelance specializzata nella richiesta e gestione di fondi europei per aziende e startup attive in ambito di ricerca e innovazione. Il mio lavoro include la creazione di business plan, piani di sviluppo e piani di marketing mirati alla partecipazione a bandi europei. Il mio obiettivo è fornire alle aziende attive nell’innovazione dei mezzi concreti per avviare i propri progetti e il know-how per trasformarli in concrete opportunità di business.