Durante la preparazione di un progetto europeo è necessario includere un piano che prevede gli impatti attesi, sia a livello economico, sociale ed ambientale, come abbiamo già visto qui.
In questo articolo ci concentreremo sulla misurazione e monitoraggio dell’impatto ambientale.
Analizziamo punto per punto tutti gli elementi e i passaggi.
Cosa sono gli indicatori di impatto?
Per definire gli indicatori di impatto possiamo rifarci al concetto di circolo degli impatti che si autoalimenta e dove troviamo:
- la definizione o progettazione dell’impatto atteso, in relazione al programma di riferimento;
- l’implementazione, ovvero il piano strategico legato alla proposta di progetto e ai vari risultati attesi;
- la valutazione e il monitoraggio, relativamente ai KPIs (Indicatori Chiave di Prestazione) di progetto, in modo da intervenire qualora fosse necessario. Inoltre, i dati raccolti andranno a implementare continuamente lo sviluppo progettuale e la valutazione durante e dopo il progetto, per garantire anche la sostenibilità dello stesso.

Linee guida per misurare l’impatto ambientale
L’impatto ambientale nei progetti europei prevede il raggiungimento di determinati obiettivi specifici che possono cambiare a seconda del bando di riferimento, come ad esempio: l’efficientamento di processi e/o prodotti riducendo la produzione di CO2 rispettando determinati parametri; la creazione di nuovi bio-materiali garantendo delle prestazioni specifiche e l’uso di materiali non inquinanti; il rispetto di processi verdi e circolari nei cicli produttivi e nella filiera stessa; il recupero, riciclo e riutilizzo di rifiuti per creare nuovi prodotti.
A seconda del bando di riferimento dovrò pertanto raggiungere gli impatti ambientali attesi, includendo una dimostrazione di risultati attesi con specifiche quantitative e qualitative laddove possibile.
Inoltre, a livello macro dovrò sempre fare riferimento alle diverse policy citate nel bando, nonchè alle policy europee generali come l’European Green Deal di cui abbiamo già parlato qui e alla Circular Economy di cui abbiamo già parlato qui.
Il Green Deal europeo si prefigge di trasformare l’Unione Europea in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, garantendo che:
- nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra;
- la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse;
- nessuna persona e nessun luogo siano trascurati.
La Commissione europea ha adottato una serie di proposte per trasformare le politiche dell’UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Quali sono gli indicatori da tenere in considerazione per definire gli impatti ambientali?
Gli indicatori da considerare per misurare il raggiungimento degli impatti ambientali attesi variano a seconda dei valori prefissati che si vogliono raggiungere. Pertanto potrebbe essere necessario inserire nel progetto un partner con la capacità di condurre il Life Cycle Assessment (LCA).
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) definisce l’LCA come “uno degli strumenti fondamentali per l’attuazione di una Politica Integrata dei Prodotti, nonché il principale strumento operativo del “Life Cycle Thinking”. Si tratta di un metodo oggettivo di valutazione e quantificazione dei carichi energetici ed ambientali e degli impatti potenziali associati ad un prodotto/processo/attività lungo l’intero ciclo di vita, dall’acquisizione delle materie prime al fine vita (“dalla Culla alla Tomba”)”.
Come stabiliamo questi criteri di verifica?
Sempre secondo l’ISPRA a livello internazionale “la metodologia LCA è regolamentata dalle norme ISO della serie 14040’s in base alle quali uno studio di valutazione del ciclo di vita prevede. A livello europeo l’importanza strategica dell’adozione della metodologia LCA come strumento di base e scientificamente adatto all’identificazione di aspetti ambientali significativi è espressa chiaramente all’interno del Libro Verde COM 2001/68/CE e della COM 2003/302/CE sulla Politica Integrata dei Prodotti, ed è suggerita, almeno in maniera indiretta, anche all’interno dei Regolamenti Europei: EMAS (Reg. 1221/2009) ed Ecolabel (Reg. 61/2010)”.

Come definire bene i nostri KPIs?
Per definire correttamente i KPIs dovremo coinvolgere team multidisciplinari in grado di prevedere gli impatti economici attesi su diverse aree.
Hai bisogno di aiuto per definire l’impatto del tuo progetto o vuoi una review di quanto hai scritto?

Sara Canella
EU Funding, Innovation & Marketing
Sono una consulente freelance specializzata nella richiesta e gestione di fondi europei per aziende e startup attive in ambito di ricerca e innovazione. Il mio lavoro include la creazione di business plan, piani di sviluppo e piani di marketing mirati alla partecipazione a bandi europei. Il mio obiettivo è fornire alle aziende attive nell’innovazione dei mezzi concreti per avviare i propri progetti e il know-how per trasformarli in concrete opportunità di business.